martedì 13 gennaio 2009

Troppa pioggia: giù il bastione medievale


Hanno resistito agli assalti di chissà quanti eserciti e si sono fatti beffa del tempo e delle intemperie per secoli, l’altro giorno, però, del tutto inaspettatamente e senza lasciare intravedere alcun segno premonitore, hanno “deciso” di cedere. Sono le antiche mura che cingono il centro storico di Oria. La zona vecchia della città, coincidente con il borgo medievale, è infatti ancora saldamente racchiusa dai pesanti muraglioni che si interrompono solo alle porte. Nonostante la crescita urbana, una buona fetta di una delle cinte murarie, ossia i bastioni esterni al castello, si è conservata. Purtroppo però, l’altro giorno, una porzione dei muraglioni, edificati a secco secondo l’uso del tempo, è letteralmente venuta giù. I pesanti blocchi di pietra sono scivolati su se stessi andando a invadere la strada. È accaduto a pochi passi da piazza Donnolo, in via Giacinto D’Oria, una delle arterie viarie extra- mania, che corre proprio lungo la cinta. Sul posto sono prontamente intervenuti i Vigili Urbani di Oria che hanno messo in sicurezza la zona e transennato l’area della carreggiata invasa da tufi e terriccio. Fortunatamente il crollo è avvenuto senza coinvolgere nessuna persona. Rimangono da verificare le cause del cedimento, ma l’ipotesi più probabile è che responsabili siano le piogge torrenziali degli ultimi giorni. In queste ore è al lavoro anche l’Ufficio Tecnico Comunale che dovrà accertare con chiarezza chi sia il proprietario di quella porzione di mura.

"Asilo motessoriano. E ne siamo orgogliosi"- la posizione del primo cittadino di Oria



(foto in testa di Tonino Carbone) A causa di una svista in fase di sintesi, cosa che ha accidentalmente eliminato una negazione all’inizio di un passaggio decisivo del testo, si è involontariamente travisato il senso della dichiarazione resa dal sindaco di Oria, Cosimo Ferretti, a proposito della vicenda dell’asilo nido comunale. L’articolo del 11/01/2009, dal titolo “Scelta migliore per l’asilo nido”, finisce per riportare il contrario del pensiero espresso effettivamente dal primo cittadino.
Il fatto riguarda il ricorso al Tar della cooperativa esclusa dalla gara. All’indomani della divulgazione del testo del ricorso sulla stampa, Mario Pagano, legale rappresentante della cooperativa in questione, “Umana Solidarietà”, si era affrettato a precisare che il ricorso non era stato ancora depositato, che la cooperativa aveva revocato il mandato all’avvocato e che, contemporaneamente, l’atto di rinuncia del ricorso era stato già inoltrato al Comune di Oria e alla cooperativa vincitrice, la Società Cooperativa Europa Educazione. In aggiunta era intervenuto anche il sindaco Ferretti, con la sua nota in cui si legge :” Seppure il ricorso è stato notificato al Comune, non è stato mai depositato al Tar e la cooperativa ricorrente, già diversi giorni prima della pubblicazione dell’articolo, aveva comunicato al Comune la revoca del mandato all’avvocato e la rinuncia al ricorso medesimo.” Il sindaco ritiene che si sia lesa la reputazione dell’amministrazione “ anche perché ( l’articolo contenente il teso del ricorso, ndr) riporta per intero passi del ricorso notificato al Comune che prospettano una realtà dei fatti del tutto falsa e menzognera.” Gli elementi che Ferretti intende stigmatizzare come falsi sono tre:" La circostanza che la cooperativa aggiudicataria non avesse mai gestito asili nido, mentre invece nell’offerta di gara ne aveva documentato la gestione di ben quattro; che il metodo montessoriano non si potesse applicare agli asili nido, quando invece la stessa cooperativa aggiudicataria ha istituito un corso di formazione professionale per puericultrici ad indirizzo montessoriano, riconosciuto dalla Regione Puglia, in collaborazione con l’Opera Nazionale Montessoriana; che alla cooperativa ricorrente non fosse stata valutata la precedente esperienza con il Comune di Oria, quando invece era stata la stessa cooperativa ad omettere tale esperienza in sede di gara.”
A proposito del mancato risparmio di centomila euro per il Comune, vista la scelta della nuova cooperativa, il sindaco sottolinea che l’enfasi data sarebbe del tutto tendenziosa perché si basa su un conteggio del tutto ipotetico che presuppone che i bambini frequentanti il nido siano sempre nella misura massima di 35, contro una media degli ultimi anni mai superiore ai 25, allo stesso tempo presuppone che le rette agevolate fissate dal Comune rimangano invariate nel corso di tutta la concessione.:” E’ la stessa legge regionale n.19/2006- continua Ferretti- che per l’affidamento di tali servizi vieta tassativamente le gare al massimo ribasso e impone il ricorso a gare che tengano conto degli elementi di qualità e valorizzino prioritariamente l’apporto progettuale dei concorrenti, di modo che al fattore prezzo non possa essere attribuito un punteggio superiore al 40% del punteggio complessivo.” Ricordando che l’amministrazione ha nominato per garantire la massima imparzialità e trasparenza della gara una commissione di altissimo livello, formata, oltre che dal responsabile del servizio, anche da uno psicologo indicato dall’Ordine e da un docente universitario, conclude il sindaco:” L’intento dell’amministrazione è sempre stato quello di fornire ai nostri bambini un servizio di qualità e d’alto profilo educativo ed oggi, dopo aver apportato tante migliorie all’edificio, che hanno reso più bello ed ospitale in nostro asilo nido comunale, possiamo dirci orgogliosi di ospitare ad Oria il primo nido montessoriano della provincia di Brindisi.”
Ovviamente dell’involontario errore in cui siamo- nostro malgrado- incappati ci scusiamo con il sindaco e con i lettori.

lunedì 12 gennaio 2009

"Scelta migliore per l'asilo nido": errore materiale nel testo

Nell'articolo del 11/01 del Quotidiano, titolato "Scelta migliore per l'asilo nido" è stata erroneamente eliminata, per motivi di sintesi, una negazione all'inizio delle dichiarazioni del sindaco, così che tutto il senso del discorso ne è risultato travisato.
Si è trattato di un mero errore materiale, di cui mi scuso io e la redazione, ed al quale stiamo già ponendo rimedio con una pubblicazione corretta che renda giustizia dell'effettiva posizione che il primo cittadino ha voluto esprimere sulla questione.

Francesca D'Abramo

venerdì 9 gennaio 2009

da Rita Labbro Francia


Ciao Francesca. Ho letto il tuo articolo sulla rapina e volevo commmentarlo sul tuo blog ma non sono riuscita ad entrare. Sono peienamente d'accordo con quanto hai scritto ed oggi mi sono commossa leggendo le parole della mamma di Tommaso. Certo il problema della sicurezza non è di poco conto e di facile soluzione ovunque ma c'è da dire che la nostra città è abbandonata a se stessa (pochissimi carabinieri che fanno quel che possono, vigili... non ne parliamo) ma il vero problema è l'indifferenza e l'omertà. Quest'ultima forse anche giustificata dalla paura di ritorsioni. E allora è da qui che bisogna partire. Ognuno di noi dovrebbe imparare a trovare dentro di sè la forza ed il coraggio di raegire, di urlare e denunciare e questo sarebbe più facile se tutti sapessimo di non essere soli, di poter contare su tutti gli altri che ci sono vicini e la pensano come noi. La ritorsione nei confronti di una intera comunità è certamente più difficile che nei confronti di chi è solo

giovedì 8 gennaio 2009

RAPINA: LETTERA APERTA DELLA MADRE DELL'IMPRENDITORE

LETTERA APERTA

Sono la madre del gioielliere di cui si parla nel blog del quale vi allego collegamento, sperando che possa essere letto prima che sia archiviato.

Ho deciso di scrivere questa lettera incoraggiata dalla forza di questo articolo che senza false reticenze presenta quella che è ormai la nostra realtà.

Mio figlio ha fatto veramente tanti sacrifici per crearsi questa attività, e noi ne abbiamo fatti insieme a lui, arrivando perfino ad ipotecare la nostra casa perché noi non siamo ricchi e devo ringraziare il mio lavoro (sono una maestra della scuola primaria) se siamo riusciti ad ottenere i vari prestiti che sono stati necessari:
prima per avviare la gioielleria,
poi per pagare il danno provocato da gente con pochi scrupoli che, data la giovane età e l’inesperienza del ragazzo, (aveva solo vent’anni quando si buttò in questo lavoro) gli aveva fatto firmare contratti capestro la cui risoluzione ha risucchiato le nostre risorse per due anni,
ancora per far fronte ai vari alti e bassi che fanno parte di ogni attività commerciale onesta,
infine per uscire a testa alta dalle rapine che si sono succedute nel corso degli anni, lasciando tracce indelebili nel carattere di mio figlio e tracce altrettanto indelebili presso le banche cui siamo stati costretti a chiedere prestiti, mutui e quant’altro possibile per riuscire a pagare i fornitori e mantenere alto il buon nome della gioielleria.
Sono otto anni che mio figlio lavora sodo e lotta con le avversità (e non è il tipo di ragazzo che aspetta la manna dal cielo), investendo in pubblicità, offrendo sempre il meglio e nel miglior modo possibile, servendo i suoi clienti con disponibilità, meticolosità e professionalità direi quasi maniacale.
Tutto questo perché egli è innamorato del suo lavoro, lo ha fortemente voluto, anche contro la nostra iniziale contrarietà, lo svolge con una passione che neppure i rischi corsi durante le rapine sono riusciti a spegnere. Per lui il suo lavoro non è solo attività commerciale, ma è cultura, è conoscenza profonda di ogni prezioso che egli sceglie di acquistare, di ogni pietra, di ogni orologio, di ogni gioiello che propone ai suoi clienti, e di cui sempre è in grado di garantirne la qualità.

Questo non è l’elogio di una madre che vuole innalzare il proprio figlio, è piuttosto il grido di amarezza di una madre che ha visto il proprio figlio dedicarsi tanto al proprio lavoro, e lo ha sempre incoraggiato a non lasciarsi mai prendere dalla sete di guadagno, ad essere onesto, a non scendere mai a compromessi con la propria coscienza, a credere nella giustizia….. ma ora è costretta a chiedersi: - Quale giustizia? Sicuramente solo quella divina che, finora, pur fra tanti mali, li ha traghettati indenni fuori da tanti pericoli e al di sopra di tanti ostacoli di varia natura.
Ma la giustizia umana che fine ha fatto?
Ora non ci sono più margini entro cui rimanere, non ci sono più possibilità di rialzarsi da questo ultimo colpo perché lo hanno ripulito per bene e se riuscirà ad andare ancora avanti sarà solo per ritrovata caparbietà, perché dopo il primo sconforto, pensando anche ai suoi dipendenti, pensando ai fornitori che in qualche modo deve saldare, forse deciderà di piegarsi un po’ di più sotto il peso di tanta responsabilità, ma di provare ancora a fare qualche passo, anche per non deludere quelle persone che credono in lui, nella sua onestà e che nei limiti del possibile tenteranno di dargli una mano.
Io non so ancora, perché ancora non lo sa neanche lui, come andrà a finire, ma sono stanca, siamo tutti stanchi di subire, subire sempre e in silenzio, per dignità, per orgoglio, forse anche per paura dei giudizi facili e troppo affrettati di chi non vive certe situazioni.
Siamo stanchi e sfiduciati, e non ci sembra possibile che gli organi competenti, che le forze dell’ordine, e chiunque abbia queste responsabilità non possa fare nulla; non ci sembra possibile che neppure una volta sia stato preso un responsabile o sia stato ritrovato un gioiello di quelli rubati.
Ma cosa si deve fare per riuscire a lavorare qui? Passare dall’altra parte e chiedere la protezione di chi sta fuori dalla legge? Organizzarsi per farsi giustizia da soli? Mettere una “taglia” sui rapinatori, o una ricompensa sulla refurtiva ritrovata?
Qualcuno vuole provare a darci delle risposte sensate? A dirci come uscire da questo tunnel che non finisce mai?
Qualcuna delle persone che in TV blaterano di voler aiutare i piccoli imprenditori, ecc.,ecc., vuole dirci cosa fare, a chi rivolgersi per ottenere un aiuto immediato, un finanziamento a costo zero o un risarcimento che permetta a questo ragazzo e ai tanti “senza voce” come lui di mantenere la propria attività?
Ho letto di aiuti e agevolazioni per liberare i commercianti vittime del racket delle estorsioni e dell’usura… e per quelli che subiscono tante rapine, e di tale entità, quali aiuti ci sono? Devono per forza finire prima in mano agli usurai per aver diritto ad un aiuto?
Lo sportello antiracket presso la Prefettura, può occuparsi anche di un caso come questo?
Mio figlio non chiede altro che la possibilità di ottenere subito liquidità a costo agevolato che gli permetta di riprendere a lavorare, ma a chi rivolgersi?

sabato 3 gennaio 2009

Oria, rapina in gioielleria: la commento così...


Bloccano il traffico mettendo l’auto di traverso.
Irrompono nel locale.
Pistola alla mano fanno stendere i clienti faccia a terra.
Razziano tutto quello che trovano.
Schiacciano la pistola sulla faccia del titolare e lo avvertono che se non consegna subito la video cassetta delle telecamere a circuito chiuso torneranno per ucciderlo e mentre urlano caricano il colpo in canna.
Poi se la squagliano.
10 minuti di “lavoro” e 300mila euro di guadagno…è successo a Oria, poche ore fa ad un imprenditore coraggioso che ha una gioielleria.
È alla sua quinta rapina in otto anni di attività…QUINTA RAPINA dico! Ogni 14-15 mesi questo ragazzo si trova un’arma puntata addosso. 5 rapine e mai nessun bandito è stato catturato, mai recuperata la refurtiva.
Assicurato? Nooo! Perché questo gioielliere è un tirchio? No, perché le assicurazioni non lo vogliono come cliente. Morale della favola: si piange, coraggiosamente e con dignità, un danno enorme, un debito che pesa come un macigno sul suo futuro. Tutto perché…ha provato a fare impresa nella nostra città.

È un caso- limite? Per carità, ho perso il conto delle rapine perpetrate ad Oria di cui ho scritto…sono un appuntamento fisso: banche, supermercati, negozi, una volta anche un modesto alimentari. E man mano che si accumulano i punti sul tabellone dei criminali, loro si fanno sempre più violenti, sempre più tracotanti e anche sempre più impuniti.

Ora io mi chiedo davvero che razza di posto sia Oria. Bellezze storico- architettoniche? Ma chi se ne frega! È una città in cui non si può più vivere. Ed infatti i nostri politici se ne sono accorti e tutti, di qualunque schieramento, si occupano di “tavoli programmatici”, “conferenze di servizio”, “progetto pilota” e quant’altro. Sono in gamba comunque: se non litigano troppo riescono pure a fare qualche strada e qualche marciapiede!
Certo, mi chiedo chi mai le userà le strade ed i marciapiedi: chi vuole vivere in un paese del Far West?! E difatti chi può se ne va. Soprattutto i migliori se ne vanno e direi che prendono una decisione sensata.
Chi rimane e prova a fare qualcosa qui, si becca la rapina.

Ma l’imprenditoria non va tutta male: la commercializzazione di armi & droga va alla grande, siamo leader nei mercati locali, mica robetta!

Tutti noi stiamo a guardare immoti lo sfacelo. Zitti e rassegnati, sperando che non ci capiti mai di rischiare la vita così o una botta economica di queste dimensioni…

Ma come siamo potuti arrivare a questo…? Qualcuno ne ha responsabilità?
Beh, noi cittadini bacchettoni e qualunquisti abbiamo lasciato finire la nostra città nella cloaca e ora ci siamo dentro anche noi fino al collo.
Ho una mia teoria. Abbiamo, noi e i nostri genitori, dato responsabilità di governo, forse, a persone cui al massimo potevamo affidare una pianta grassa, pure un po’ racchia. Questi non hanno manco pensato a programmare uno sviluppo, non hanno visto i segni del veloce declino anche se vi tuzzavano le corna contro ogni giorno. Noi come loro abbiamo dormito, e le differenze fra schieramenti politici sono proprio, ma proprio, esigue.

“Qualunquismo”, no grazie per me! Non attacca il solito discorso “…è tutta colpa di quelli che stanno sulla poltrona…”

Da oggi ho deciso che diventerò cliente fissa di quella gioielleria, anche se i preziosi non mi piacciono. Si chiama solidarietà.
Per il resto IO VOGLIO RISPOSTE, pretendo azioni, da chiunque abbia un ruolo in questa società civile. Chi sta in cima per primo, a seguire tutti gli altri.
La ricreazione è finita.

Quell’imprenditore deve lavorare per pagare i suoi debiti, non per sua incapacità. Allora comincino a pagare anche gli altri i loro debiti…A tutti noi oritani umiliati, ma da oggi anche incazzati.

Attendo pareri.