lunedì 30 aprile 2007

"Giornate della memoria": così non vanno proprio!

L'Olocausto è a ragione considerato una delle più tragiche vicende che mai abbiano toccato l'umanità. Una considerazione che certo non viene fatta da poco tempo, eppure nell'ultimo periodo, si assiste ad una sorta di "corsa al ricordo". Si moltiplicano le fiction, i dibattiti in Tv, le iniziative pubbliche e le giornate della memoria su questo tema. Inutile dire che, come sempre, il tutto viene ben bene spettacolarizzato e banalizzato. Ma non è però questo che ci fa stralunare gli occhi, c'è dell'altro.

Nello scrivere il titolo provocatorio di questo corsivo non abbiamo paura di essere tacciati di antisemitismo. Come i nostri lettori ricorderanno, dell'immane tragedia patita dal popolo ebraico ci siamo occupati, con la toccante intervista ad Elisa Springer. L'elegante signora, da poco scomparsa, era stata testimone diretta di quella tragedia, perché internata ad Auschwitz. Dopo la roccambolesca liberazione dalla prigionia, Elisa si era rifugiata nel silenzio, decidendo di tenere per sè il dolore immenso che aveva che aveva patito, quasi a volerlo cancellare. Poi suo figlio Silvio le diede la forza di ricordare e, gli ultimi anni della sua vita, li ha trascorsi in giro per l'Italia, andando nelle scuole e fra i giovani per parlare dell'Olocausto e per "non dimenticare".

È proprio partendo dal suo insegnamento che ci permettiamo di dire che non vogliamo piú sentir parlare in questo modo della Shoa. A cosa serve conoscere la storia ed in particolare conoscere quei fatti terribili?

Se ci pensiamo bene saremo tutti d'accordo nella risposta: a non cadere piú negli errori del passato! Elisa Springer, e come lei gli altri testimoni dell'Olocausto, non smettono di ripeterlo: che il sacrificio di tanti innocenti non sia vano! Che non si ripeta mai, mai, mai più! Il senso della celebrazione del giorno della memoria dovrebbe essere questo.

Ma...c'è un "ma", ed è anche piuttosto grosso. Mentre inorridiamo- giustamente!- per la crudeltà di quegli uomini e quelle donne della Germania degli anni Trenta, ignoriamo che a due passi da noi quei fatti terribili accadono ancora. In questo istante.

Tanto per fare qualche esempio, pochi anni fa, Milosevich nella ex Jugoslavia praticava della sana pulizia etnica, con tanto di fosse comuni e campi di concentramento. L'Europa se ne è infischiata per un bel po', mentre noi Italiani ci lamentavamo pure dei profughi che, sfuggiti, approdavano sulle nostre coste come clandestini...Di guerra e mai sentito parlare? È stata soprannominata la guerra mondiale dell’Africa, per il numero di nazioni coinvolte (ben 6) e per il numero di fazioni e gruppi armati che vi prendono parte. Anche lì torture, fosse comuni e campi di concentramento, sempre mentre le altre nazioni ricche se ne fregano. Dal ’99 ad oggi sono due milioni e mezzo i morti accertati, prima di occuparcene dobbiamo arrivare 6 milioni come nella Seconda Guerra Mondiale?! Giusto per chiudere in bellezza questa piccola galleria dei genocidi contemporanei, vogliamo chiederci che combinano in Isdraele proprio gli eredi di quegli Ebrei scampati all'Olocausto? Niente di buono a dire il vero: oppressione e diritti umani allegramente calpestati ai danni dei Palestinesi.

Abbiamo proprio messo a nanna le nostre coscienze?! Una proposta ci permettiamo di farla: riempiamo di contenuti queste celebrazioni storiche, parliamo dell'odio etnico e della povertà che lo alimenta, parliamo dei diritti di tutti i popoli (anche quelli che hanno meno accesso ai media!), parliamo della tolleranza e anche di quel razzismo che ispira certi nostri giudizi. Non ci farebbe neanche male riflettere sulle responsabilità che i Paesi Occidentali hanno in questi conflitti, né sarebbe cattivo veder quanto contano molte aziende multinazionali nel fomentare (e nell’armare!) l’odio etnico. Per tornare al nostro esempio, in Congo sono le grandi case produttrici di diamanti a contendersi il Paese, ricco di giacimenti.

Quando poi spegniamo la Tv, di tutto questo parlare facciamone tesoro...con i fatti e con le nostre scelte quotidiane, le quali- credetemi- contano tantissimo!