giovedì 15 novembre 2007

Il Vescovo Semeraro licenzia due suore, la sua ex diocesi di Oria incredula


Da spose di Cristo a serve del parroco: il vescovo di Albano «licenzia» le suore che non vogliono fare le colf. Tre suore missionarie di Santa Gemma, impegnate nei servizi della catechesi e della pastorale giovanile nella parrocchia dei Santi Pietro e Paolo di Aprilia, sono state cacciate per non aver accettato di fare da colf al parroco ed al viceparroco. La diocesi, nel cui territorio si trova il «Vaticano bis», la residenza pontificia di Castel Gandolfo, è retta dal vescovo Marcello Semeraro, 60 anni, presidente del cda di «Avvenire», originario della provincia di Lecce, sacerdote dal 1971. Ha insegnato teologia in diversi istituti e facoltà fino ad occupare la cattedra di ecclesiologia all’Università Lateranense. Dal 1998 al 2004 è stato vescovo di Oria (Brindisi) e nel 2001 Giovanni Paolo II lo ha nominato segretario speciale della decima Assemblea generale del Sinodo dei vescovi. Monsignor Semeraro aveva subordinato il rinnovo della convenzione di collaborazione (che prevedeva una retribuzione di 800 euro al mese da dividere in tre) ad una precisa condizione: le suore dovevano prestare servizio «materiale» ai due anziani sacerdoti presenti nella parrocchia. La richiesta è stata giudicata «inaccettabile» dalla superiora della casa generalizia di Lucca, e così il vescovo ha dato il benservito alle tre sorelle, nonostante i parrocchiani gli avessero chiesto, con una petizione che ha raccolto 1500 firme, di ritornare sui propri passi.

"Sia da vescovo, che da sacerdote coltivava un’attenzione particolare per le suore, soprattutto quelle di clausura.- dice don Domenico Spina ex segretario- L’ho accompagnato spesso dalle Benedettine di Lecce, dove celebrava messa, e spesso anche dalle Clarisse, dalle Benedettine e dalle Sorelle di S. Orsola nei diversi conventi della nostra Diocesi. Ci vuole una sensibilità ed un’attenzione particolare per avvicinarsi al mondo della clausura e lui l’aveva. Come pastore gli interessavano i problemi dei parroci, quanto quelli delle donne della Chiesa. Ci tiene molto alle relazioni umane ed al rispetto, al di là del suo ruolo, io stesso mi sono sentito come un figlio più che come un segretario. Non so come siano andati i fatti ad Albano, ma certo rimango stupito. Sapete quanti viaggi ho fatto verso l’Istituto S. Benedetto di Oria con ceste piene di frutta e viveri…?! Lì le suore tengono i bambini orfani; ogni regalo che le parrocchie facevano a S.E. Semeraro prendeva quella via: questo per capire il modo in cui la pensava."

"Veniva spesso da noi e dai nostri bambini"- dice la Madre Superiora della Casa di Accoglienza per Minori San Benedetto, Corrada Pittalà– e con loro era come un papà. In generale con le suore è sempre stato molto disponibile. Ora non vorrei che per un singolo presunto “sgarro” si colpisse chi fa del bene veramente e si colpisse la Chiesa in generale."

I dipendenti della Curia oritana sono sulla stessa linea e sottolineano come non sia assolutamente tipo da fare “colpi di testa”, né tantomeno ritorsioni contro delle suore.

Oggi il vescovo tornerà in Puglia; è infatti atteso in mattinata a Bari per una prolusione nel giorno dell’inaugurazione dell’anno accademico all’Università di Teologia, dove egli stesso ha insegnato.