venerdì 4 luglio 2008

Consiglio torrido: maggioranza sotto

È stato un consiglio comunale dai toni decisamente accesi quello svoltosi l’altro giorno ad Oria. Maggioranza di centro destra ed opposizione si sono lanciate accuse reciproche, ma hanno anche espresso una condanna unanime ed ugualmente decisa contro un volantino ed un esposto anonimo che gira in città in cui si lanciano accuse infondate a dei consiglieri. “Vigliacchi”, “barbari” e “vermi” sono stati definiti coloro che, secondo un costume non nuovo alla politica oritana, lanciano attacchi pubblici e inviano esposti senza firmarsi, cercando di condizionare la vita amministrativa senza prendersi la responsabilità delle proprie posizioni.

All’ordine del giorno c’erano le interrogazioni. L’opposizione con i consiglieri Giancarlo Marinò, Domenico D’Ippolito e Tommaso Carone ha sollevato rispettivamente il problema del lavaggio dei cassonetti, della sistemazione dei giochi nella Villa Comunale e della pulizia del cortile storico di Palazzo Martini, mentre Egidio Conte, del Pdl, ha sollecitato la sistemazione dei bagni pubblici della città in vista dell’inizio della stagione turistica. In aula hanno risposto l’assessore all’Ecologia, Giuseppe Destradis, ed il vice sindaco con delega all’Urbanistica, Giovanni Guida, spiegando che le procedure per i lavori necessari a sanare le diverse situazioni sono già avviate.

Il piatto forte della discussione è stato la proclamazione dell’atto di indirizzo sulla controversia fra il Comune ed un privato in merito all’occupazione di sei metri quadrati di sede stradale. Si tratta di una intricata vicenda che ha avuto inizio nel 1997 e che era in via di risoluzione grazie ad un accordo trovato in commissione. Nello scorso gennaio, poche ore prima del consiglio comunale che avrebbe messo fine alla querelle senza oneri per il Comune, un esposto anonimo aveva comportato il sequestro del cantiere, il cui titolare era un consigliere da poco uscito dalla maggioranza. Il fatto destò un’enorme eco perché il delatore di fatto tolse all’assise la possibilità di esprimersi e colpì un esponente politico. Maggioranza e minoranza si sono lanciate accuse reciproche sulle rispettive responsabilità che hanno consentito il degenerare della controversia. Al momento del voto l’unanimità dei presenti ha detto si alla cessione di questo fazzoletto di terra, ma è costato la spaccatura della maggioranza. Quattro consiglieri di centro destra erano assenti, mentre Francesco Caniglia, spiegando le proprie ragioni, ha abbandonato l’aula prima del voto. Il centro sinistra ha votato sì chiamando in causa il senso di responsabilità, ma, fra gli applausi ironici degli avversari ha detto tramite il capogruppo D’Ippolito:" Sindaco, si deve dimettere, perché come vede non ha i numeri, i suoi fedelissimi non la seguono più." Accesa la replica di Ferretti che ha osservato come la questione sia nata sotto le precedenti giunte di sinistra e come la sua amministrazione non abbia lasciato la controversia ai successori. " Questa faccenda è una sciocchezza, esasperata dai “vermi” che usano gli esposti anonimi e va conclusa."

Il prossimo appuntamento è per venerdì, quando l’assise sarà chiamata a decidere su una variazione di bilancio, che già è stata rinviata perché è stato fatto mancare il numero legale.